Cosa sono gli NFT e come stanno cambiando lo stato dell’arte
La duplicazione degli oggetti è uno dei problemi che nell’era dell’informatica digitale affliggono tutti quei contesti in cui gli oggetti nel mondo reale digitalizzati hanno una loro “unicità” intrinseca. Notoriamente il white paper di Satoshi Nakamoto risolve, con il Bitcoin e il concetto di blockchain, il problema del “double spending”, ovvero la duplicazione di denaro digitale, sfruttando una soluzione decentralizzata.
La problematica di duplicazione nel mondo digitale vale anche per un qualunque oggetto non fungibile, cioè dotato di una sua specifica individualità e quindi non sostituibile o scambiabile. Si pensi alle opere d’arte o agli oggetti da collezione. Qualunque video e immagine in formato digitale possono essere duplicati e scambiati come file senza che il creatore possa esercitare su di essi alcun controllo. La blockchain accorre in soccorso anche in questo caso grazie agli NFT, che costituiscono attualmente uno dei trend principali nel mercato delle criptovalute.
Cosa sono gli NFT e come stanno cambiando lo stato dell’arte
L’acronimo NFT sta per “Non Fungible Token” (in italiano “token non fungibili”). Non si tratta di una novità: i token non fungibili impressi nella blockchain comparvero sulla rete Ethereum già nel dicembre 2017 con i Cryptokitties. Lo standard ERC-721 consentiva la tokenizzazione di oggetti di collezionismo virtuale. Poche settimane dopo il lancio, gli appassionati dei gattini virtuali raggiunsero una spesa di 20 milioni di dollari in Ether. Nel 2018 lo standard ERC-1155 fu proposto alla community di Ethereum per diventare uno standard ufficiale un anno dopo. Con una riduzione della quantità di codice richiesta per produrre un singolo token, si ridussero sostanzialmente le gas fees. Il vantaggio fu di interagire con un gran numero di smart contracts di Ethereum grazie alla retrocompatibilità con gli standard ERC-721 e ERC-20.
In pratica cosa sono gli NTF? In sostanza un NFT consiste in un’informazione digitale registrata nella blockchain che associa a un soggetto un particolare diritto, come proprietà o paternità, grazie alla non intercambiabilità che consente di fornire la rappresentazione univoca di un asset.
La storia del token, e quindi dell’oggetto non fungibile, è impressa in modo immutabile nella blockchain, dalla sua creazione fino a tutte le transazioni che lo hanno visto protagonista. Questo garantisce la verifica di autenticità e la possibilità di ricondurlo ad un proprietario. L’utilizzo di un NFT consente così di dimostrare e certificare la proprietà intellettuale di una qualunque opera d’ingegno. Infatti la sua attribuzione, anche a seguito delle transazioni che attestano il trasferimento della proprietà, rimarrà sempre associata al suo creatore.
Sarebbe limitativo ricondurre gli NFT ai soli ambiti dell’arte digitale o del collezionismo
Il sito nonfungible.com classifica gli NFT in modo dettagliato a seconda dell’ambito di riferimento (si pensi ad esempio al metaverse e al gaming). Senza andare troppo in dettaglio possiamo dire che gli NFT forniscono la possibilità di creare nuove forme di investimento. Tipico esempio ne è la suddivisione di una proprietà immobiliare in varie unità, a ognuna delle quali corrispondono caratteristiche differenti che la rendono non fungibile. La piattaforma di realtà virtuale DecentraLand ha implementato un concetto del genere sulla blockchain Ethereum e, via via che gli NFT diventeranno più complessi e si avvicineranno al mondo della finanza “established”, potrebbe aprirsi la strada per la tokenizzazione di porzioni di proprietà nel mondo fisico.
È il mercato dell’arte digitale che sta facendo parlare di sé nelle ultime settimane, portando gli NFT alla ribalta
Christie’s, la principale casa d’aste al mondo, ha venduto per 69.3 milioni di dollari in un’asta online l’opera “Everydays: The First 5000 Days”, realizzata a partire dal 2007 dallo statunitense Mike Winkelmann, in arte Beeple. Recentemente aveva fatto scalpore la vendita per 300 Ether (equivalente di quasi 480 mila dollari all’atto dell’acquisto) della gif di Nyan Cat, meme animato del gatto a forma di biscotto alla ciliegia che vola con alle spalle una scia arcobaleno. Lo youtuber Logan Paul ha guadagnato 5 milioni di dollari vendendo i suoi NFT. E un video caricaturale di Donald Trump è stato venduto all’asta per 6 milioni e mezzo di dollari, cento volte il prezzo di acquisto originario.
Con gli NTF che stanno cambiando lo stato dell’arte, i margini di profitto sul mercato dell’arte digitale hanno attirato chiaramente l’attenzione degli speculatori con massicci investimenti, rendendo in questo modo quello degli NFT un trend significativo, da seguire con attenzione. È tuttavia raccomandato di non lasciarsi andare alla classica FOMO (“Fear Of Missing Out”) nei riguardi di un fenomeno che rischia di attraversare le caratteristiche fasi della bolla finanziaria.
Gianluigi Cosi
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